La vita è in ogni respiro, in ogni tazza di té
Davanti ad un albero di ciliegio in fiore, sakura, l’ultimo samurai Katsumoto pronuncia la frase più bella di tutto il film che vede Tom Cruise nei panni di un capitano dell’esercito statunitense mandato nel 1876 a sostegno dell’imperatore del Giappone contro l’ultimo gruppo di samurai vecchio stampo, legati alla tradizione tanto da non capire che il mondo, il loro mondo sta cambiando.
L’ultimo samurai: la trama del film
È quella fase della storia del Giappone in cui lo stato del Sol Levante, nella persona dell’imperatore, vuole a tutti i costi assumere la cultura occidentale come propria, cancellando per sempre millenni di cultura, filosofia e pensiero giapponese. È quella fase che attraversa ad esempio, uscendone però vincitore, Kakuzo Okazura, il quale, una volta incontrata la cultura occidentale, capisce che assolutamente non va perduta ma al contrario recuperata la cultura giapponese in abbandono.
Non c’è niente di peggio per un popolo che essere costretto a perdere la propria memoria storica, di conseguenza la propria identità.
Così Kakuzo Okakura combatte questo processo con il suo “Lo zen e la cerimonia del té“. Ma siamo già nei primi decenni del 1900, quando il processo, ormai avviato, ha già visto la scomparsa di tanti aspetti della cultura giapponese, prima tra tutte la tradizione dei samurai.
Da sempre al servizio dell’imperatore, è proprio questo il dramma che fa da sfondo e intreccio al film: l‘imperatore va contro i suoi più fedeli servitori, li fa massacrare perché portatori di valori del passato, valori da cancellare. L’americano Tom Cruise invece li scopre, questi valori, li fa suoi, cambia totalmente il proprio punto di vista su se stesso e sul mondo.

La fotografia del film è stupenda, fonde la tradizione orientale con la regia occidentale, regala superbi scorci di un mondo che non c’è più e quella frase, quell’unica frase di tutto il film che ricordo dalla prima volta che lo vidi al cinema: “La vita è in ogni respiro, in ogni tazza di té, in ogni vita che togliamo. È la vita del guerriero“.
La storia, peraltro, non è totalmente inventata: è esistito davvero un ultimo samurai che ha fatto l’impossibile per salvare il suo mondo, andando persino contro il suo imperatore: si chiamava Saigo Takamori.
Questo film è assolutamente da vedere, possibilmente bevendo un té Matcha. Non sarà un maestro del té giapponese a prepararlo, ma io col mio umile frullino. Non è la stessa cosa, certo, ma per stasera è sufficiente.

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