Il mio té da Zanzibar

“Jambo Jambo Buana…”

Sembra di sentirli cantare i ragazzini nei villaggi di Zanzibar. E poi ti sembra di vedere le donne al lavoro nelle piantagioni di caucciù e a raccogliere le alghe, e gli uomini che sistemano le barche e le reti e che tornano dalla pesca, e i colori e il casino del mercato, e i bambini che giocano con l’unico pallone per villaggio, e i tuffi al tramonto, e i colori sgargianti delle vesti delle donne, e gli sguardi sinceri dei bambini.

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Così, quando bevo il té che Lorenzo mi ha portato da Zanzibar ripenso al suo racconto. La cosa migliore è prendersi un momento tutto per sé, prepararsi il té e sorseggiarlo mentre si scorrono le foto. Io non c’ero a Zanzibar, quindi non ho respirato l’atmosfera sonnolenta ma selvaggia che permea l’isola. Ma una tazza di té aiuta senz’altro . E’ un té nero in tre varianti: cannella, zenzero e un non meglio definito “spiced”. La verità? Le spezie sono aggiunte in polvere nei 3 sacchettini, si disperdono nell’aria e nella tazza, ma si sentono poco nell’infusione. Il té comunque, abbastanza leggero, riporta alle atmosfere calde e rarefatte dell’Africa. E anche se non siamo proprio nella stessa zona – per quanto geograficamente vicina – mi piace pensare che questo sia lo stesso té che sorseggiava Karen Blixen (autrice de La mia Africa), seduta alla veranda della sua casa fuori Nairobi, guardando lontano, oltre la savana, il cielo rosseggiante al tramonto.

PS: non è la prima volta che ricevo té dall’Africa: l’altra volta la mia rifornitrice era stata Silvia del Fancyhollow, che durante il suo Safari in Tanzania aveva pensato a me. Posso dire di conoscere l’Africa attraverso i té di chi c’è stato…

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